Li Marri, terra e tammorre
Festival dell'arte del canto su tamburo
C'è una donna, anziana, con il viso segnato dalle rughe, quelle magnifiche che raccontano la vita. I capelli grigi raccolti e la bocca aperta. Canta. Sembra abbia un sole stretto tra le mani, è una tammorra. Canta e batte forte sul tamburo; canta e sorride alla vita che a volte è magnifica. Lei è lì, sotto un grande scalone che sembra sia la metafora di qualcosa, ma con la sua maglia di lana marrone e il fazzoletto legato al collo non lo guarda, sa di essere già in cima a quello scalone. È bellissima, l'immagine scelta per promuovere la prima edizione di Terra e Tammorre è veramente incantatrice. È paradigma, è simbolo è racconto di tutto quello che succederà nel cuore dell'agro nocerino sarnese nei prossimi giorni.
Patrimonio di questo angolo di mondo, artefice magnifica di momenti importanti di aggregazione è la tammorriata, colonna sonora di tanti appuntamenti e di molti momenti della vita comunitaria locale. Proprio in uno di questi luoghi in cui la cultura e la tradizione sono osmoticamente legate alla popolazione prende il via un nuovo importante appuntamento per la tradizione e per la folk music. Marra: Terra e Tammorre (poi Li Marri...vecchio toponimo di Marra). Un appuntamento che nasce con l'auspicio di divenire un appuntamento importante, un ritrovo che sia l'evento che parla di tradizione, che la racconta e che meglio di chiunque altro ne sia parte integrante perché nato lì dove più profondo è il legame tra la terra e la sua gente, tra la vita e certe importantissime situazioni dell'uomo con l'uomo.
L'associazione Insieme (la quale poi passerà il testimone a Nova Marra), ha fortissimamente voluto che il festival nascesse e camminasse per arrivare lontano sulle proprie gambe. Alcuni soci si sono autotassati per finanziare la manifestazione che così rimane svincolata da ogni legame di tipo politico o economico particolare, libera di avere un proprio pensiero e un proprio cammino. Perché l'appuntamento divenga forte e competitivo hanno voluto anche dargli delle radici ben salde, hanno voluto che fosse la tradizione del territorio, quella nata e vissuta a Marra e nelle sue vicinanze, quella che da Marra è arrivata lontano in Italia a raccontare la vita dell'Agro, che fosse solo lei a tenere a battesimo Terra e Tammorra. Saranno quindi tre serate di grande musica che connota il territorio prescelto per la kermesse, così da darle immediatamente una personalità definita e precisa, pronta ad aprirsi poi a nuove commistioni e nuove culture. Ad inaugurare le tre serate sarà la Nuova Compagnia della Tammorra che si riunisce per l'occasione dopo la separazione di qualche anno fa. Da essa sono nate tre nuove formazioni che hanno come comune denominatore l'amore per le proprie origini e per la propria terra ma che hanno avuto percorsi diversi. La Nuova Compagnia della Tammorra, il nome del vecchio gruppo che per l'occasione si riaggrega con alcuni dei vecchi componenti, una parte dei quali ha formato gli Spaccapaese, la tradizione con spaccati di cabaret messi in atto dal cantante del gruppo, Gerardo Amarante. Nella seconda serata si esibiranno gli Scetapopolo, il gruppo emergente che rappresenta la speranza perché la tradizione musicale resti viva e che sia creatrice di futuro; a seguire si esibirà il gruppo rivelazione dello scorso anno i Tammorrari del Vesuvio guidati da Simone Carotenuto che è attualmente una delle pochissime voci autentiche che portano la tammorriata sui palchi nazionali. I Tammorrari del Vesuvio oltre alla riproposta di alcune tra le tammorriate più famose della Campania propongono al pubblico nuove sperimentazioni musicali, disegni melodici che abbracciano il Mediterraneo e ne fondono i suoni. Al fianco di Carotenuto per onorare la nuova festa della gente e delle genti, salirà zi Giannino del Sorbo definito dalla stampa "l'albero di canto", forse tra gli ultimi autentici cantatori del popolo, maestro dei grandi e pietra miliare dei canti a distesa.
Chiuderà la manifestazione la tradizione purissima O'Lion conosciuto e apprezzato per la sua autenticità e per la sua grande maestria, uno dei più bravi suonatori di tammorra; personaggio noto al pubblico e icona di una fetta di appassionati e cultori che restano ancorati ad una forma di fedeltà assoluta alla tradizione.
Terra e Tammorre non sarà solo musica, sarà anche cucina, quella contadina, quella che racconta di sapori che oggi forse si fa fatica a ritrovare; odori e sapori che hanno accompagnato i cantatori e suonatori per anni e che oggi sono sapientemente riproposti con grande maestria da cuoche d'eccezione. Programma pieno che non si esaurisce con i gruppi di musicisti poiché se la tradizione e il racconto di essa sono prima di tutto amore per la vita e per la socializzazione e quindi per lo stare insieme saranno numerosi i suonatori e i ballerini che vedranno l'alba sulla terra e sulle tammorre di Marra.
Testo di Luciana Cerreta per la 1ª edizione - 20/22 giugno 2008